23.12.2024
In questa notte di Natale, mentre il demonio già vinto in partenza, fa risuonare i suoi tamburi assordanti e dissonanti nel nostro mondo in difficoltà, un silenzio pacifico avvolge ogni cosa, il silenzio della gloria del Padre. Nessuna voce si percepisce. Nel presepe, né i pastori, né i Magi ascoltano la voce del Padre dir loro: “Costui é il mio Figlio prediletto, ascoltateLo.” É la Vergine Maria che li invita a ascoltare il silenzio dell’infans, del bambino, di Colui che non parla. In questa notte di Natale, riceviamo la prima lezione di teologia cristiana, dataci dal Verbo fatto carne, deposto in una mangiatoia, Lui, l’Agnello di Dio che si donerà come Pane di vita a ciascuno di noi. Prima di donarsi a noi come parola di Dio, il Verbo si dona a noi in un silenzio sostanziale, quello di un amore infinito per ognuno di noi.
Occorre essere piccoli e poveri come i pastori e assetati di verità come i Magi per ricevere la sapienza del Padre attraverso questa tenerezza del Bambin Gesù. Questa sapienza non soltanto ci consola, ma colma il nostro cuore di una gioia immensa: Dio ci ama. Ecco qui tutto il mistero del Natale: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Suo Figlio Unigenito...” San Tommaso d’Aquino, in un bel testo sulla misericordia, ci dice che “Dio ci ama come fossimo qualcosa di Lui stesso” il Verbo di Dio ha assunto la nostra natura umana nella sua persona. Grazie al mistero dell’Incarnazione, la nostra umanità diventa “qualcosa” di Dio a tal punto essa le é unita e unita in modo perfetto. Che straordinario mistero d’amore e che segreto confidato a ognuno di noi!
Allora anche noi, al seguito dei pastori e dei Magi, affrettiamoci, corriamo al presepe, inginocchiamoci e prostriamoci davanti al Bambin Gesù, Verbo fatto carne per essere crocifisso e glorificato per noi; veniamo ad adorarLo, veniamo per trovare il vero riposo presso di Lui. Veniamo a ricevere la pienezza della sua gioia. Riceviamo la gioia non soltanto d’essere riscattati e salvati, ma d’essere adottati, d’essere figli di Dio, figli prediletti del Padre. In questo sta il dono più grande che possa essere fatto all’uomo.
Non permettiamo allora che la gioia dei regali di Natale e dei buoni pranzi di festa rimpiazzino quella del dono straodinario che il Padre ci ha fatto, ma che questa sana gioia del riunirsi in famiglia con tutte le sue tradizioni, attinga tutta la sua profondità nella gioia tutta pura del Cuore della Vergine Maria e in questo silenzio dell’infans, del Bambino.
Infine, chiediamo alla Vergine Maria di aiutarci a diventare dei potenti intercessori davanti al presepe per questo mondo che soffre tanto. Deponiamo nel presepe tutti coloro che ci sono stati affidati e speriamo per loro, rallegriamoci profondamente per loro, poiché noi che camminiamo nelle tenebre, abbiamo visto una grande luce...
Santo Natale!